App-Unti di viaggio
di Vincenzo Perrotta e Maria Luisa Lazzara
venerdì 19 agosto 2022
La Vara di Randazzo (CT)
martedì 28 settembre 2021
Casa-Museo Luciano Pavarotti, Museo Ferrari e Caseificio del Parmigiano Reggiano
Ci sono nomi che ovunque andiate nel mondo rappresentano l'Italia, oggi vi porterò in giro per l'Emilia tra Modena e Parma alla scoperta di tre eccellenze italiane della musica, dei motori e della gastronomia: Pavarotti, Ferrari, Parmigiano Reggiano.
Iniziamo il nostro tour dalla Casa Museo Luciano Pavarotti.
Immersa nella campagna modenese, è raggiungibile in auto percorrendo lo Stradello Nava, una lingua di asfalto a una sola corsia.
Benvenuti nel luogo che Pavarotti chiamava casa.
Dal suono delle corde vocali passiamo al rombo dei motori.
Maranello è sede della Fabbrica delle auto più conosciute al mondo e del Museo Ferrari https://www.ferrari.com/it-IT
Per prenotare: https://www.ferrari.com/it-SM/museums/factory-tour
Visitiamo quindi il Museo Ferrari https://www.ferrari.com/it-IT/museums/ferrari-maranello
Il Museo di Maranello racconta la Ferrari affondando le radici nella straordinaria storia del Cavallino Rampante e guidando il visitatore in un percorso tra le Formula 1 più celebri e vittoriose, i modelli leggendari delle categorie Prototipi e Gran Turismo senza dimenticare le vetture da strada che sono diventate punto di riferimento nel mondo dell'auto.
Fuori dal museo alcuni privati noleggiano le auto sportive per un giro di prova.
Dalla musica ai motori adesso è ora di pensare al palato, ci dirigiamo verso la provincia di Parma, precisamente a Soragna, un piccolo centro con meno di 5.000 abitanti.
Per ogni forma di Parmigiano Reggiano occorrono circa 550 litri di latte quindi in una caldaia vengono versati circa 10 quintali di latte, qui la coagulazione avviene lentamente e naturalmente grazie all’aggiunta di caglio e del siero innesto ottenuto dalla lavorazione del giorno precedente e ricco di fermenti lattici naturali. La cagliata che si ottiene viene frammentata dal maestro casaro in minuscoli granuli grazie ad un antico attrezzo detto spino.
Ad ogni forma viene assegnata una placca di caseina con un codice alfanumerico unico e progressivo: è la carta d’identità che in ogni momento e in ogni luogo rende possibile identificarne l’origine.
Dopo poche ore, una speciale fascia marchiante incide sulla forma il mese e l’anno di produzione, il numero di matricola che contraddistingue il caseificio e l’inconfondibile scritta a puntini su tutta la circonferenza delle forme.
Le forme dopo pochi giorni vengono immerse in una soluzione satura di acqua e sale: si tratta di una salatura per osmosi.
Con quest’ultimo passaggio si conclude il ciclo di produzione del Parmigiano Reggiano e inizia il periodo di stagionatura.
La stagionatura minima è di 12 mesi, la più lunga tra tutti i formaggi Dop, ed è solo a quel punto che si potrà dire se ogni singola forma potrà conservare il nome che le è stato impresso all’origine e continuare così l’invecchiamento fino a 24, 36, 40 mesi e oltre.
Trascorsi 12 mesi, gli esperti del Consorzio controllano tutte le forme attraverso un esame chiamato “espertizzazione”: la forma viene percossa con il martelletto e l’orecchio attento dell’esperto battitore riconosce eventuali difetti interni che possono interferire con la qualità.
Le forme che risultano idonee vengono marchiate con l’apposito bollo a fuoco diventando così Parmigiano Reggiano. Alle forme che non presentano i requisiti della Dop vengono asportati i contrassegni e i marchi di riconoscimento.
L’esame di selezione identifica tre categorie di formaggio:
Parmigiano Reggiano “scelto”: completamente conforme alle indicazioni del disciplinare di produzione. Viene contrassegnato con il bollo a fuoco.
Parmigiano Reggiano “mezzano”: presenta alcuni difetti di lieve o media entità nella struttura della pasta e/o sulla crosta, ma senza alterazioni delle caratteristiche organolettiche tipiche del prodotto. Viene contrassegnato con il bollo a fuoco, ma si distingue grazie ai solchi paralleli che vengono indelebilmente tracciati sullo scalzo della forma.
Formaggio sbiancato: presenta difetti rilevanti viene dequalificato eliminando i marchi d’origine tramite fresatura della crosta con la rimozione di alcuni millimetri. Non può essere definito Parmigiano Reggiano e non può avere alcun riferimento alla DOP.
La visita la chiudiamo nello spaccio del caseificio facendo scorta di Parmigiano Reggiano oltre 30 mesi appena tagliato dalla forma e sottovuoto che vi assicuro non ha niente a che vedere con quello che acquistiamo al supermercato, sia per la morbidezza, appena tagliato il colore è chiaro e non giallognolo e secco come le forme aperte da tempo, ma soprattutto per il sapore e l'odore di formaggio e di latte.
Se volete conoscere il vero sapore del Parmigiano Reggiano potete acquistarlo online allo shop del Caseificio Sociale Soragna a questo link https://www.caseificio-soragna.it/index.html
Allo spaccio c'era da portarsi a casa di tutto, ma essendo ancora in vacanza per qualche giorno oltre al formaggio e allo strolghino sottovuoto, ho portato al Residence gli Anolini di Parma, un raviolo rotondo di sfoglia ripieno di pangrattato tostato, parmigiano, noce moscata e uovo inzuppati col brodo di manzo.
Li ho preparati in brodo e con burro e parmigiano, una goduria!
Alla prossima!
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